Terre di Kaleela

2022 Hartia.'s Reading Challenge

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view post Posted on 27/12/2022, 14:09     Top   Dislike
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Black Tiger

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01/06/2022 Iniziato
26/12/2022 Terminato

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Priya Basil - Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità
Gastfreundschaft (2019)


Il Saggiatore, Milano, 2020
traduzione di Alessandra Castellazzi
13,5x19 cm, 130 pp.
ISBN 9788842826248

[ LT | LU ]

Riesci a immaginarti a una cena con il tuo fidanzato tedesco e tua madre indiana? Lei che cerca di rimpinzarlo, lui che cerca di rifiutare cortesemente e tu che cerchi di non scoppiare a ridere. E magari ti viene in mente quella volta in cui, da piccola, lei aveva preparato il suo piatto forte, il tuo piatto preferito – un kadhi di curry, coriandolo e peperoncino –, e tu ci sei rimasta male perché non potevi mangiartelo tutto tu e ti toccava condividerlo con gli ospiti. Oppure quella volta in cui hai tenuto banco al pranzo nel centro di accoglienza per migranti, riuscendo con l’aiuto di un manicaretto curdo a far dialogare culture lontanissime tra loro. Priya Basil ci racconta con ironia e schiettezza che cosa significa essere ospitali e come usare la condivisione del cibo per imparare a stare insieme, al di là di ogni differenza e diffidenza. Perché il cibo abita le nostre vite. Ci sfama, ci sostenta, ci appaga. E, se inatteso e bizzarro, può anche stupirci e spaesarci, proprio come chi non conosciamo: l’altro da noi, il forestiero che bussa alla nostra porta e ci chiede di entrare. Riusciamo a sorprenderci e insieme nutrirci dell’imprevisto? Può la comunione di un piatto diventare comunione di esistenze? Siamo capaci di offrire un posto accanto a noi allo straniero di cui non sappiamo nulla? In Elogio dell’ospitalità Priya Basil ci spinge a esprimere la nostra generosità, invitandoci a offrire e ricevere, condividere e accogliere senza riserve, per capire che solo nell’ospitalità incondizionata possiamo trovare il nostro senso di comunità. E vivere così in un mondo in cui ogni persona può sentirsi a casa, chiunque essa sia.

Le prime pagine mi avevano lasciato ben sperare. I temi intavolati sembravano interessanti, vi erano citazioni e rimandi ad altri scritti di altri autori (e personalmente adoVo quando mi danno modo di espandere gli approfondimenti altrove) e, tutto sommato, le intrusioni personali erano ancora accettabili e, vuoi per via dell'infanzia particolare dell'autrice, persino interessanti. Ma ben presto la mia percezione sugli intenti di questo libro è mutata. Anzitutto è parso sempre più chiaro quanto non vi sia un filo conduttore; si passa da un argomento all'altro così come talvolta, parlando dal vivo, capita possa succedere quando si vogliono dire tante cose e semplicemente vengono rigurgitate una dopo l'altra senza amalgamarle, senza un ingrediente che funga da legante (dato che si parla di cucina!). In più, i temi che vengono proposti, sono sempre e solo analizzati dal punto di vista dell'autrice, quasi come fosse una biografia. Per di più, leggendo i pensieri di Priya e iniziandola a "conoscere", sempre più è andata aumentando l'antipatia nei suoi confronti; una donna fintamente altruista, egoisticamente generosa, perbenista per convenzione, consciamente sprecona, veicolata dalle imposizioni della società piuttosto che seguire un proprio ideale... "predica bene ma razzola male" mi sono detto, a un certo punto. Giudizio certamente avventato e non definitivo, d'altronde non la conosco affatto se non per queste 120 pagine, ma il sentore che ho avuto nei suoi confronti mi ha persino portato a domandarmi: è davvero la persona giusta per un saggio simile? Fatico a definirlo, per davvero, un saggio. Con il formarsi di questi pensieri, le aspettative che mi ero creato sono drasticamente crollate. Non mancano passaggi e frasi degne di nota, che mi sono prontamente segnato, però, in definitiva, resomi conto della incoerenza dell'autrice, che attualmente fatico a definire una persona ospitale come il titolo dell'opera lascerebbe intendere, il libro rimane una lettura sottotono. L'associazione del cibo rimane, a conti fatti, un appiglio troppo debole per sviluppare un libro simile. Non è una lettura sgradevole ma non è ciò che mi aspettavo dopo aver letto la quarta di copertina.

Voto: 2/5.


CITAZIONE
Iniziamo come ospiti, ognuno di noi. Creaturine vulnerabili bisognose di tutto, a lungo capaci di ricambiare solo con poco o nulla; eppure, di solito, ci insinuiamo in profondità nella vita di chi si prende cura di noi e ci insediamo stabilmente nei loro cuori.

CITAZIONE
Forse diventare adulti significa imparare a ospitare, più che a essere ospitati: accudire più di quanto, o almeno tanto quanto, siamo accuditi.

CITAZIONE
Ogni secolo e ogni paese hanno le loro storie di eccessi: il banchetto imperiale Manchu Han offerto da Kangxi, il quarto imperatore della dinastia Qing, dove furono servite 108 portate a più di 2500 ospiti. Le tavole regolarmente imbandite con centinaia di piatti per volere dell'imperatore Moghul Akbar. La festa con cinquanta portate per il matrimonio di Maria de' Medici ed Enrico IV, re di Francia, tenutasi a Firenze alla fine del XVII secolo. La notte del 1817 in cui il futuro Giorgio IV d'Inghilterra tenne una cena in onore della visita del granduca Nicola di Russia, dove furono serviti 127 piatti preparati da Marie-Antoine Carême, al tempo lo chef più celebre e costoso del mondo. Le diciotto tonnellate di cibo fatte arrivare in aereo a Persepoli nel 1971 per un festeggiamento di tre giorni, apparentemente «il più costoso di sempre», organizzato dallo scià d'Iran in occasione dei 2500 anni del paese. Eventi del genere suggeriscono che un'eccessiva ospitalità può essere una forma di ostilità: il pasto è un amichevole avvertimento dei mezzi e del potere di chi ospita.

CITAZIONE
Nel libro Late Victorian Holocausts, lo storico Mike Davis descrive come le oscillazioni atmosferiche estreme dell'ultimo quarto del XIX secolo causarono gravi siccità e monsoni in alcune aree del Sud del mondo, tra cui Cina, Brasile, Egitto e India. Davis dimostra che l'amministrazione coloniale sfruttò questi disastri naturali per scatenare ed esacerbare le carestie che causarono morti di massa, indebolendo le terre colpite e rafforzando così il controllo straniero.

CITAZIONE
Il libro di Davis mette a nudo l'imperialismo occidentale al massimo della sua programmatica inospitalità: la distruzione di una popolazione privata delle proprie scorte alimentari. Non trattavano i sudditi agonizzanti delle colonie come nemici o stranieri, ma come se non fossero umani. Nel 1902, tra i 12 e i 29 milioni di indiani morirono a causa delle politiche britanniche contro la carestia.

CITAZIONE
Cos'è una storia se non un richiamo a restare? [...] La storia e l'ascoltatore si aprono, si dispiegano l'uno nell'altro e si danno asilo.

CITAZIONE
Una ricetta è una storia che non può essere plagiata.

CITAZIONE
Le ricette sono la versione originaria dell'open source, mettono a disposizione dei mattoncini da modificare nel tempo, nello spazio e nelle stagioni per creare un'infinità di piatti.

CITAZIONE
Niente come il desiderio, qualunque sia il suo oggetto, ci aiuta a dimenticare i nostri scrupoli.

CITAZIONE
L'amore è la risorsa naturale per eccellenza, illimitata, che dona crescendo e cresce donando.

CITAZIONE
Il significato stesso della parola hospitality ha cambiato radicalmente significato in inglese. Ora è usata soprattutto come prefisso di industry e rappresenta un ampio settore commerciale, dagli hotel ai ristoranti, dalle spa ai parchi divertimenti. L'industria dell'ospitalità. Un ossimoro? Quando un'espressione che a lungo ha significato dare senza ricevere nulla in cambio diventa sinonimo di pagare per ottenere dei servizi che promettono di essere soddisfatti o rimborsati, cosa ci dice di noi?

CITAZIONE
La filosofia, in un certo senso, è la lunga storia di come sentirsi a casa in mezzo alle contraddizioni e alla complessità.


Edited by Hartia. - 27/12/2022, 16:06
 
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