«L'ospite di Dracula» racconto gotico poco noto di Bram Stoker
Vi sono scrittori che, per il pubblico, diventano e rimangono per tutta la vita (e anche dopo) gli autori di un solo libro, il più famoso, anche se hanno scritto altri buoni lavori; ma questi ultimi, per una serie di ragioni, finiscono per rimanere schiacciati e messi in ombra da quella che tutti, a torto o a ragione, considerano l'opera maggiore.
Un destino del genere è toccato allo scrittore irlandese Abraham (Bram) Stoker, nato a Clontarf l'8 novembre 1847 (sotto il segno dello Scorpione!) e morto a Londra il 20 aprile 1912, a soli sessantaquattro anni, universalmente noto per il suo romanzo Dracula, il vampiro (1897), da cui sono stati tratte numerose riduzioni cinematografiche e che ha originato tutto un sottogenere letterario: quello, appunto, del vampirismo.
Pochi dei suoi lettori, tuttavia, sanno che il romanzo, che era costato ben sette anni di lavoro allo scrittore, fu giudicato dall'editore troppo lungo e che, pertanto, venne deciso di ridurlo, eliminando il capitolo introduttivo, ambientato a Monaco di Baviera, ove il protagonista, Jonathan Harker, si trova di passaggio nel suo trasferimento da Londra alla Transilvania. Tale racconto poi vide la luce nella raccolta postuma Dracula's Guest and Other Weird Stories, ossia L'ospite di Dracula e altre storie del soprannaturale (la traduzione cui facciamo riferimento nel presente lavoro, tra le numerose esistenti nella nostra lingua, è quella di Ornella Volta, in: Bram Stoker, La vergine di Norimberga. Racconti del terrore compreso «L'ospite di Dracula», Milano, Longanesi & C., 1975, pp. 67-83).
Come è noto, nel romanzo maggiore Jonathan Harker è un giovane assistente legale, fidanzato con una ragazza di nome Mina, che parte dall'Inghilterra su invito del conte Dracula, un nobile transilvano che vive in un castello, in un remoto distretto montuoso dell'Ungheria sud-orientale (oggi Romania). Il conte, che Harker non ha mai conosciuto di persona, intende trasferirsi in Gran Bretagna e, prima di partire, vuole vendere le sue proprietà; il lungo viaggio del giovane inglese è, quindi, giustificato dalla prospettiva di concludere un grosso affare finanziario.
La penultima tappa del viaggio, prima di immergere il lettore nella cupa atmosfera di una Transilvania ancora "primitiva", con le sue montagne, le sue buie foreste e i suoi culti superstiziosi, è Budapest, allora capitale della Transleithania, ossia della parte magiara della Duplice monarchia austro-ungarica (dal 1867 al 1918).
Sia nel corso del viaggio che durante il lun...Read the whole post...
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