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Titolo Il demone a Beslan Autore Tarabbia Andrea Prezzo € 18,50 anno pubblicazione 2011 pagine 350 p., rilegato Editore Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri)
TRAMA:
Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà. È l'uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. 334 morti, di cui oltre la metà bambini: questo il bilancio dei tre giorni di sequestro in cui più di mille persone sono state tenute in ostaggio da un commando di separatisti ceceni. Marat è l'unico fra gli attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e imprigionato in un carcere di massima sicurezza a Mosca. E qui, chiuso in una cella gelida e isolata, scrive la sua ultima confessione. È pronto ad assumersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un'urgenza più forte: raccontare la sua storia. È così che comincia: con Marat e il suo migliore amico Shamil seduti sull'erba di un anfiteatro in un pomeriggio di pace, con Shamil che ridendo si allontana nella boscaglia e dopo pochi passi lancia un urlo terrificante. Nascosti sotto un mucchio di pietre e frasche trovano sette corpi straziati: è il primo segnale. A casa li attende un villaggio saccheggiato e deserto, le porte delle case spalancate e nessuno dei familiari e degli amici. E così che comincia: Marat in quel pomeriggio terribile capisce che non esiste più una legge e nemmeno le regole, che non c'è onore né coraggio, ma solo paura. E allora si unisce ai guerriglieri in montagna, e con loro si prepara a un'azione in grado di rimbombare da un capo all'altro del mondo. link ibs
RECENSIONE:
Questo romanzo solleva molte domande a cui è difficile dare risposta. Infatti ogni risposta solleva altre domande... un ciclo continuo di domande. Il fatto che il protagonista sia un sopravvissuto non delle vittime ma dei carnefici non aiuta. Soprattutto perchè nelle prime pagine viene presentato egli stesso come vittima. Non subisce niente direttamente ma scopre che la sua famiglia e tutto il suo villaggio è stato boh... massacrato. Qui iniziano le prime domande: son morti tutti? dove sono? qualcuno si è salvato? Marat non sa rispondere o forse lo sa... o forse deve convincersi che siano tutti morti perchè l'incertezza lo farebbe impazzire. Tolto quello del gatto crocifisso sopra la porta di casa, non ci sono cadaveri al villaggio. Cosa che succede sempre dopo le incursioni dei russi nei villaggi ceceni. I ceceni lo sanno e se lo aspettano, insegnano ai propri figli a sparare, a sapersi difendere, già dalla più tenera età si vedono "costretti" ad impugnare il fucile. Per loro è questione di sopra...Read the whole post...
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