Terre di Kaleela

booo'!?!?!?, non so come intitolarlo

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Cuzzo96
view post Posted on 17/6/2007, 21:23     Top   Dislike




si, diciamo così, in questi giorni posto il secondo capitolo.
 
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Nathan Jonas
view post Posted on 17/6/2007, 21:54     Top   Dislike




ok;se domani trovo 1 ritaglio di tempo decente,hai la mia parola che me lo leggo tutto e ti fò sapere che ne penso :)
 
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Cuzzo96
view post Posted on 17/6/2007, 22:09     Top   Dislike




accordato
 
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Cuzzo96
view post Posted on 18/6/2007, 10:29     Top   Dislike




dopo tanto tempo, il secondo capitolo

CAPITOLO 2

Deirran arrivò alla porta orientale di Lebaria qualche minuto prima dell’ alba.
Arrivato alla cantonata delle ultime case posò a terra lo zaino in tela di sacco e si mise a sedere su uno scalino polveroso. L’ appuntamento con Kael per partire, era per il sorgere del sole, ma aveva preferito arrivare un po’ prima, se non altro per essere sicuro di andare appena il suo amico fosse arrivato. Infatti Kael, non era proprio il genere di persona che si poteva definire un orologio, in quanto a puntualità.
Passarono dieci minuti, poi venti.
“Cavolo Kael, quanto ci metti?!” pensò con un fremito.
Impaziente si alzò e si sporse dall’ angolo per vedere se arrivava. La strada a quell’ ora era deserta e le botteghe chiuse, tranne per una panetteria in fondo alla via, dalla cui porta aperta usciva un dolce profumo di cornetti appena sfornati. Kael non si vedeva. Stava per girarsi e tornare a sedersi quando sentì un esclamazione provenire dalla panetteria
-Mezzo scudo per un cornetto?!?! Ma è una rapina!!-
Deirran aprì la bocca incredulo, gli sembrava di riconoscere quella voce. Un po’ incerto si avviò verso la bottega. Quello che vide dentro lo spiazzò completamente
“Cominciamo bene” si disse.
Dentro, Kael stava contrattando, con un fornaio arrabbiato e stupito, il prezzo di una pasta.
“Di una pasta!!!!!!!” pensò infuriato.
-Kael!!- disse Deirran.
Il postino sentendosi chiamare si girò di scatto, non appena vide che era lui rise, imbarazzato.
-E, ehm, Deirran…. Io stavo solo…-disse.
-Lasciamo perdere, vuoi anche un cappuccino per caso?-esclamò ironico.
-Eih, che fai prendi in giro?-chiese risentito Kael.
-Ma no…- rispose Deirran-paga e vieni, sbrigati.-
Quando Kael ebbe pagato uscirono e Deirran esplose:
-Dico Kael ma sei scemo?!! Non siamo in vacanza lo capisci, non andiamo a Evercom per stare in una piscina delle terme.-
-Scusa,- disse leccandosi lo zucchero dalle punte delle dita-Io non volevo fermarmi lì, da quel ladro, ma quando sono passato lì davanti e ho sentito quel profumino dolce, non ho saputo resistere. A ma stai sicuro che non ci torno più. Mezzo scudo per un cornetto!!!!!!!-ripetè
Deirran sospirò, decise che era meglio lasciar cadere la questione, anche se, non per la prima volta, desiderò che Kael prendesse qualcosa sul serio.
Partirono, incamminandosi per la strada serpeggiante nella pianura che circondava Lebaria. Camminarono per quattro o cinque ore, seguendo il corso del fiume Lebar, da cui appunto, la città prendeva il nome. Poi, dopo una breve pausa per mangiare, si staccarono, sempre continuando a procedere lungo la strada, dalla sponda del fiume. Il tempo, sul pomeriggio, cominciò a farsi nuvoloso e l’ aria pesante. I due gnomi respiravano a fatica e continuavano a asciugarsi il sudore, che, per il gran caldo, gli colava dalla fronte.
Era tarda estate, i primi di settembre, ma fino a quel momento, l’ autunno non sembrava intenzionato a venire e l’ estate continuava a imperversare sulla campagna, fendendo con sciabolate di luce e calore i campi, i villaggi e le fattorie che tappezzavano la pianura.
Alla sera, arrivarono nel piccolo paese di Loran. Non c’ era molto lì, il paese era costituito solo da una piazza circolare, in cui si affacciavano la locanda e una stalla. Per il resto c’ erano solo poche case.
Si fermarono a dormire alla locanda e la mattina dopo, di buon ora e dopo parecchi urli per buttare Kael giù dal letto ripartirono.
Poco dopo che erano ripartiti cominciò a piovere, grossi goccioloni d’ acqua cadevano dal cielo e li martellavano, pungendoli come aghi. Si ripararono sotto un fitto boschetto di cedri dalle foglie larghe. Continuò a piovere fino a sera, senza interruzioni, continuato, e nonstante i fitti rami frondosi, dopo un po’ l’ acqua cominciò a cadere anche nel loro riparo, inzuppandoli.
A un certo punto Kael ruppe il silenzio
-Che cosa farai una volta arrivato a Evercom e incontrata la truppa?-
-Ad essere sincero non ci ho ancora pensato. Immagino che, se sarà troppo pericoloso, lascerò perdere tutto e ce ne torneremo a Lebaria.- rispose Deirran dopo un attimo.
-Ma Deirran, i non so che tipi sono quelli, non vorrei che, se tu rifiutassi, ti costringessero a fare quello che vogliono che tu faccia.- disse Kael.
Deirran inarcò un sopracciglio, sorpreso, sembrava quasi che Kael, che aveva insistito tanto per partire, dubitasse adesso della propia scelta.
-Che c’ è, hai paura?-chiese divertito.
-No,- disse Kael offeso-stavo solo facendo delle constatazioni.-
Decisero di non muoversi oltre quel giorno, soprattutto perché aveva smesso di piovere poco prima del tramonto e di notte non volevano viaggiare.
Kael si addormentò presto, ma Deirran stette sveglio ancora a lungo.
“Chissà” riflettè ” forse le parole di Kael non sono del tutto sbagliate.”

****

La creatura spiccò un balzo e atterrò proprio di fronte a Malv trascinando con se una piccola frana di terra e sassi.
Malv sguainò un pugnale spaventato, un orso rubes torreggiava sopra di lui. Era grande una volta e mezzo un orso normale, aveva il pelo nero, brizzolato in alcuni punti. Si ergeva su due piedi, dalle zampe, sia quelle anteriori che quelle posteriori spuntavano artigli lunghi venti centimetri. La testa, rispetto al corpo, era incredibilmente piccola, ma dalla bocca spalancata spuntavano parecchie file di denti, corti e aguzzi.
Malv, colto di sorpresa arretrò di qualche passo, gettando una veloce occhiata al pugnale. Era ben affilato, ma non gli sarebbe servito a molto in uno scontro contro quell’ enorme creatura. Anche la fuga era difficile che riuscisse bene, non gli era sfuggito il salto che l’ orso aveva fatto poco prima, di almeno sei metri.
“è vero che la fuga non è facile.” Pensò ”ma forse è l’ unica possibilità che ho”
L’ orso continuava a scrutarlo, un fuoco omicida che gli bruciava negli occhi. Lentamente Malv si portò al lato del sentiero. Sarebbe scattato fra i massi che ingombravano il lato della gola. Lì, sperava che l’ orso fosse troppo grosso per muoversi agevolmente.
Era pronto a scattare, ma l’ orso non gliene diede il tempo. Spiccando un enorme balzo proprio come prima in un attimo gli fu davanti. La zampata partì ancora prima che Malv se ne rendesse conto. Ma i suoi buoni riflessi, acquistati in anni di vita da ladro ebbero la meglio. Schivò il colpo spostandosi di lato e vibrò un violento colpo di taglio con il pugnale alla zampa della bestia. Ciuffi di pelo e schizzi di sangue caddero sul sentiero. L’ orso non sembrò accorgersi della ferita e partì con un'altra zampata. Malv la schivò ancora e lo colpì di nuovo anche se stavolta di striscio. La creatura ruggì, esasperata. Di solito non ci metteva così tanto a colpire le prede.
Ma il terzo colpo colpì Malv al fianco. Barcollando indietreggiò, e si voltò. Ormai la fuga era la sua unica speranza. Tuttavia l’orso fu più veloce e lo colpì alla schiena. Macchiette di colore gli esplosero davanti agli occhi e cadde a terra. Riuscì a voltarsi a pancia in su. In un attimo l’ orso fù sopra di lui. Il dolore alla schiena e al fianco era indescrivibile, non avrebbe resistito ancora a lungo.
Poi l’ orso si bloccò, teso, cominciò ad annusare l’ aria. Malv lo guardò incredulo, mentre continuava ad annusare. La bestia girò la testa di scatto, ringhiando. E allora Malv capì il motivo per cui l’ orso si era fermato. Da dietro una roccia era arrivato un altro orso rubes. Grosso quasi quanto quello che l’ aveva assalito.
Ruggendo, il nuovo arrivato attaccò il suo aggressore e i due iniziarono ad azzannarsi e squartarsi con gli atigli e le zanne.
Malv provò ad alzarsi, quella era l’ occasione buona per scappare. Ma fu inutile. Il dolore esplose ancora più forte e la vista cominciò a farglisi annebbiata. Prima di svenire del tutto sentì che due braccia lo sollevavano.
 
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view post Posted on 18/6/2007, 11:37     Top   Dislike
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Complimenti..... bello, bello, bello.. mi piace sempre di più..
 
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Cuzzo96
view post Posted on 18/6/2007, 18:10     Top   Dislike




mi fa piacere anche se purtroppo mi viene male, non è questo quello che avevo in mente
 
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Cuzzo96
view post Posted on 3/7/2007, 12:00     Top   Dislike




ecco il terzo capitolo

CAPITOLO 3

Malv aprì lentamente gli occhi.
Era steso a terra, sull’ erba nuda, ma aveva una coperta addosso. Era sovrastato da rami fini e frondosi. Non c’ era dubbio, si trovava ai piedi di un salice piangente.
All’ improvviso ricordò tutto quello che era successo. L’ attacco dell’ orso rubes. Le ferite. L’ arrivo dell’ altro orso. E poi c’ era qualcosa, prima di svenire gli era sembrato che qualcuno lo sollevasse da terra. Se ora si trovava lì, doveva essere vero.
Provò ad alzarsi, ma c’ era qualcosa che gli bloccava il busto. Con cautela si tastò il ventre e il fianco. Ruvide bende bianche avvolgevano strettamente i punti in cui si era ferito. Le ferite non gli facevano più male. Senza alzarsi girò la testa a destra e a sinistra. Era sera. Il cielo era quasi scurito del tutto e il vento freddo spazzava la radura in cui si trovava. Un fuocherello ardeva a circa tre metri alla sua destra. Il terreno era coperto di foglie. Attorno alla radura c’ erano rovi, cespugli e arbusti di ogni tipo, e due o tre alberi, apparte quello sotto cui si trovava.
-A ti sei svegliato finalmente.- disse una voce alle sue spalle.
Malv si affrettò a girarsi meglio che poteva, allarmato.
Quello che gli stava davanti era l’ uomo più strano che avesse mai visto. Era basso, un metro e sessanta al massimo. Doveva avere una mezza dozzina d’ anni più di lui, aveva i capelli argentei, aveva una barbetta a punta sul mento. Era vestito con vesti gialle e verdi, portava uno strano cappello stretto alla cima e largo dalle parti con una piuma rossa sopra e aveva la mano sinistra completamente fasciata. Da sopra il gomito alla punta delle dita.
-Tu chi sei?- chiese Malv.
-Potrei farti la stessa domanda non trovi?- rispose l’ altro divertito.
Malv rimase zitto, indeciso sulla risposta da dare.
-Comunque, come ti senti adesso?- chiese lo sconosciuto.
-Abbastanza bene.- disse Malv diffidente.
Lo sconosciuto si sedette accanto a lui, a gambe incrociate e si mise a rovistare nella borsa che portava sul fianco. Ne sbucò fuori una pipa, lunga e nera, di ebano. In silenzio caricò e accese il fornelletto e si mise a fumare.
-Io sono Fain - borbottò con il cannellino della pipa tra i denti.
-Malv- disse l’ altro.
Era inutile, pensò, dare un nome falso. Un po’ perché se aveva letto la lettera della truppa che aveva nello zaino lo sapeva già, un po’ perché si sarebbe sentito in colpa visto che quello strano tipo l’ aveva salvato.
-Come ho fatto ha salvarmi?- chiese dopo alcuni attimi di silenzio da parte di tutti e due.
Fain continuò a guardare bel buio tra i cespugli inizialmente, ma poi fece un cerchio di fumo e si voltò verso di lui.
- Be, non l’ hai visto? È arrivato quell’ altro orso e il tuo assalitore ti ha lasciato perdere perché stava subendo un attacco. A quel punto sono arrivato e ti ho portato via. Sai che non pesi poco.-
-Ma, com’ è possibile che tu e l’ altro orso rubes siate arrivati proprio in quel momento, tutte e due insieme?- disse Malv incredulo
-Fortuna immagino.- rispose Fain passandosi la mano bendata sugli occhi e stropicciandoseli.
“Che strano” penso Malv. La mano si muoveva benissimo come se non fosse ferita. Eppure era bendata
-Cosa hai fatto alla mano?- chiese incuriosito.
L’ uomo lo guardò con un occhiata strana, indecifrabile.
-è…- si interruppe indeciso-…una vecchia storia, di cui ora non voglio parlare.-
Malv annuì e tornò a stendersi. Le bende lo facevano respirare male.
-Dove sei diretto?- chiese Fain continuando a fumare.
Anche qui, si disse Malv è inutile dargli un’ informazione falsa.
-Ad Evercom- rispose.
-Che strano!- esclamò Fain –Anche io sono diretto lì. Che ci vai a fare?-
-A trovare un amico.- rispose Malv
Almeno su quel punto era meglio mentire, anche se Fain non dava segno di aver letto la lettera.
-Capisco- disse Fain guardandolo-potremo viaggiare insieme se ti va.-
-Mhm, perché no, però io devo esserci entro cinque giorni.- rispose Malv.
-Io conto di esserci anche prima.- ribatte Fain – l’ unica cosa è che una fra tre sere dovrò fermarmi dal conte Lermax a Scand. Ma la mattina dopo possiamo subito ripartire.-
Malv si strinse le spalle. -Per me va bene- disse- ma che ci vai a fare?-
-Il mio lavoro.- disse Fain schietto
-E sarebbe?-
-Io- disse guardandolo- sono un bardo.-

****

Deirran entrò nel paese di Due Sassi sfinito, la marcia quel giorno era stata piuttosto faticosa, per via della pioggia che aveva reso i sentieri fangosi e difficilmente agibili e del vento, che soffiava in continuazione impedendo ai due gnomi di procedere comodamente e con la testa alta e costringendoli a socchiudere gli occhi. Il paese era piuttosto grande, almeno rispetto a quelli incontrati prima, anche se non tanto da poter essere paragonato con una città.
-Deirran troviamo una locanda, non mi reggo in piedi.- disse Kael con voce stanca.
L’ amico annuì e si diresse verso la piazza principale. Al contrario dei villaggi prima visitati Due sassi aveva le strade, almeno le più grandi, lastricate.
C’ erano due locande nel villaggio. Una si chiamava La perla di Venere, l’ altro La quercia d’ oro. Scelsero La quercia d’ oro, principalmente perché era poco costosa.
Quando entrarono la porta si apri cigolando sui cardini arrugginiti. La sala comune era un grande stanzone rettangolare con tavoli disposti orizzontalmente. Sulla parete interna c’ erano due camini. In entrambi scoppiettava allegro un fuoco.La sala era piena. Molta gente era accanto ai camini e discuteva con gli altri, altre persone si riunivano in piccoli gruppetti di tre o quattro persone e confabulavano tra loro e c’ erano anche uomini che stavano in silenzio, chiusi in se stessi, chini sul proprio boccale.
Si diressero al bancone.
L’ oste era un uomo grasso e pelaticcio con una folta barba grigia che gli coronava il mento e gli scendeva fin sul petto.
-Salve, desiderate?- disse quando li vide avvicinarsi.
- Vorremo cenare e anche una stanza per la notte possibilmente.- rispose Kael.
L’ uomo annuì sorridendo cordiale.
Si sistemarono su un tavolo vicino a uno dei due camini. Dopo una decina di minuti arrivò una cameriera con due piatti colmi di patate e spezatino d’ agnello fumante e due pagnotte di pane bianco, insieme a due boccali di birra. Si misero a mangiare con gusto. Alcuni minuti dopo Deirran notò che Kael aveva smesso di mangiare e gettava rapide occhiate dietro le sue spalle. Stava osservando qualcuno.
-Che cosa c’ è?- chiese Deirran con un sussurro.
-Quel tizio incappucciato la nell’ angolo, è da quando siamo entrati che mi guarda.-
Deirran si girò e lanciò una fugace occhiata alla direzione indicata dallo sguardo di Kael. Nell’ angolo, in ombra, c’ era un uomo incappucciato. Il volto, forse per via del cappuccio non era altro che una macchia nera. Come Kael sapesse che guardava lui era un vero mistero.
-Mi spieghi come fai a sapere che guarda te?- domandò.
-è difficile da spiegare, ma ti assicuro che guarda me, sento il suo sguardo addosso.- rispose.
-Ne sono sicuro diavolo!- esclamo alla faccia dubbiosa di Deirran.
-D’accordo, d’accordo. Ma non urlare. Cosa vuoi che faccia? Forse vuole derubarci, basterà sbarrare bene la porta prima di dormire.-
Kael non parve rassicurato dalla sua affermazione, ma riprese a mangiare.
Finita la cena l’ oste li condusse in camera loro. Era una stanza al primo piano, non molto grande, con due letti, un camino in cui brillava un fuoco morente, una sedia e un tavolo tondo e un piccolo bagno. Prima di addormentarsi Kael tirò il chiavaccio e per sicurezza accostò la sedia alla porta, precauzione che secondo Deirran era inutile. Non pensava che l’ incappucciato potesse davvero essere una minaccia. Si addormentò presto.
-Deirran, Deirran!!!!!-
Qualcuno lo chiamava.
-Deirran svegliati cavolo!!!!-
Brontolando aprì gli occhi. Un Kael allarmato fissava la porta. Un tonfo lo sveglio completamente.
-Che succede?- domandò fissando anche lui la porta.
Con un’ altro tonfo la porta sussultò sui cardini. Qualcuno stava cercando di forzarla.
 
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view post Posted on 6/7/2007, 17:19     Top   Dislike
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beh, che dire... anche se non è quello che volevi, come hai detto te.. a me piace molto
 
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Cuzzo96
view post Posted on 6/7/2007, 20:48     Top   Dislike




grazie
 
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Ila-chan
view post Posted on 12/8/2007, 21:35     Top   Dislike




che bell racconto complimenti
 
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Cuzzo96
view post Posted on 12/8/2007, 22:15     Top   Dislike




grazie, anche se va un po' a rilento
 
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view post Posted on 14/8/2007, 11:39     Top   Dislike
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beh, anche i libri mica li scrivono in due giorni...
 
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Cuzzo96
view post Posted on 14/8/2007, 19:07     Top   Dislike




bè adesso non esageriamo questo non è un libro, e poi lo scrivo quando ne ho voglia
 
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view post Posted on 14/8/2007, 19:56     Top   Dislike
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si, ma da qualche parte si deve pur iniziare :lol:
 
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Buongio
view post Posted on 2/9/2007, 18:46     Top   Dislike




bellissimo l'ho letto ed è meraviglioso
 
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