Terre di Kaleela

Orphée Story, Breve storia, manca il capitolo finale...

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Elròs Alcarin
view post Posted on 18/8/2007, 13:47     Top   Dislike




Capitolo I – “Al cospetto di Apollo”

Il giovinetto giunse nel luogo ove era stato stabilito, al fine di svolgere l’arduo addestramento necessario per diventare cavaliere. Si trovava alle pendici di un monte, e presto venne raggiunto da un altro ragazzino, più o meno della sua età, ma dal fisico più robusto e sviluppato. I due non fecero in tempo a presentarsi tra di loro, che subito udirono una soave melodia alle loro spalle; si voltarono e videro un bellissimo ragazzo di età intorno ai vent’anni, dai capelli color oro e dagli occhi d’argento. “Benvenuti, vi stavo aspettando” disse il ragazzo “Io sono Apollo, dio del Sole, della Musica e della Poesia, e sin dall’era mitologica sono stato incaricato da mia sorella Athena di addestrare due dei suoi aspiranti cavalieri, per assegnare al migliore di loro l’armatura d’argento della Lira”. I due ragazzi rimasero sbalorditi all’udire di tali parole: “Ricevere l’investitura da un Dio, quale onore”, dissero insieme. “Questo è il luogo dove si svolgerà il vostro allenamento, il Monte Parnaso, alla cui sommità si trova da sempre il palazzo delle Muse, mie protette”, proferì Apollo, “ma ora basta parlare, presentatevi pure, non abbiate timore”. Il ragazzo dal fisico più sviluppato si fece avanti “il mio nome è Marsia, signore” esitò un momento” giungo qui dalla Tracia, nell’estremità nord-orientale della Grecia”. “Lo sguardo di Apollo si fece scuro per un attimo: “Marsia, lo stesso nome di quel Satiro che osò sfidarmi ad una gara di musica nell’era mitologica”, un lieve sorriso si disegnò sul suo viso, “se non ricordo male non fece una bella fine a causa del suo affronto. Fu appeso a un albero, e scorticato vivo”. Apollo guardò ora l’altro ragazzino, che per paura abbassò lo sguardo: “ora tocca a te presentarti”, disse il Dio. Il giovincello si fece avanti: “mi chiamo Orfeo, signore. Sono stato inviato in questo luogo per ordine del Grande Tempio di Atene”. Apollo sembrò sorridere serenamente: “hai lo stesso nome di quel grande musico dell’era mitologica, figlio di Calliope, Musa mia prediletta”. I due giovani rimasero immobili senza parlare. “Ora seguitemi, non abbiate paura. L’addestramento deve iniziare il più presto possibile”. In quel momento udirono una risata femminile, e da dietro un cespuglio apparve una ragazza, più o meno coetanea dei due, forse un paio d’anni più piccola di loro. “Lei è Euridice, una ragazza più o meno della vostra età. Le è concesso di vivere qui, sotto la mia protezione, poiché i suoi genitori sono morti”, intervenne Apollo. La ragazza fissava ridendo i sue giovani, in particolare concentrò la sua attenzione su Orfeo; i due incrociarono lo sguardo, arrossirono ed Euridice si nascose dietro ad Apollo, che si lasciò andare in una risata: “Sono sicuro che voi due diventerete ottimi amici…”.

Capitolo II – Prima Parte – “I giorni dell’addestramento”

I giorni trascorrevano, velocemente e duramente. L’allenamento a cui i due giovani erano sottoposti era durissimo, non bastavano gli allenamenti fisici durante il giorno, inoltre erano sottoposti, durante le ore serali, a delle difficili lezioni di musica. Nel frattempo il rapporto tra Orfeo e Euridice si era fatto più profondo. Molto più profondo. Nonostante un solo sorriso da parte di Euridice rendesse Orfeo sereno e forte, egli sentiva di non riuscire a sopportare il peso degli allenamenti: “signore, maestro, non sono all’altezza delle fatiche a cui sono sottoposto. Credo sia giusto che io rinunci all’investitura”. “Orfeo, tu credi che la forza fisica sia la cosa fondamentale per essere cavaliere?”. “Maestro, non so se sia fondamentale, ma è sicuramente molto importante. Invidio Marsia, lui è forte; sarebbe in grado di difendere Athena molto meglio di me che sono così debole”. “Giovane Orfeo, Euridice si rattristerebbe molto se tu te ne andassi, è molto felice da quando tu sei qui, non l’avevi notato?”, disse Apollo voltandosi verso la ragazza che stava cogliendo spensieratamente dei fiori in un campo, “non essere timoroso delle fatiche dell’addestramento, poiché il tuo destino è scritto nelle stelle”, concluse in fine il Dio. Orfeo abbassò lo sguardo “oh, cara Euridice…”, disse, “resterò qui, per lei, per continuare a renderla felice”.

Capitolo II – Seconda Parte – “L’investitura”

Orfeo e Marsia si presentarono al cospetto del loro maestro. Era mattina presto, il sole stava ancora sorgendo. Una luce rosea illuminava il Monte Parnaso, e una lieve brezza mattutina molto fresca smuoveva i petali dei fiori nei campi, facendo cadere gocce di rugiada da essi. “Dunque il gran giorno è arrivato. Cinque lunghi anni sono passati dal vostro arrivo al mio cospetto. Avete sedici anni oramai, è tempo di mettervi alla prova e in competizione tra voi. L’armatura della Lira attende il suo nuovo proprietario”. “Maestro”, intervenne Marsia, “in che cosa consiste la prova finale a cui saremo sottoposti?”. “La vostra prova finale”, rispose Apollo, “è quella di scalare il Monte Parnaso fino alla sua estremità, armati solamente di una lira di legno. Come vi ho detto il giorno in cui siete arrivati, là si trova il palazzo delle Muse. Agli uomini non è concesso di entrarvi, solo in un caso è permesso a loro tale onore: se dovesse esistere un uomo in grado di suonare una melodia talmente bella e commovente da commuovere persino le Muse, a egli sarà accordato il permesso di mostrarsi al loro cospetto. Io attenderò il vincitore all’interno del palazzo, dove gli donerò l’armatura che tanto state sognando.” I due iniziarono la scalata e Orfeo rimase subito indietro, faticava molto, mentre Marsia, potendo fare affidamento su di un fisico molto possente, riuscì a raggiungere la cime della montagna senza troppi problemi. Non appena arrivò in cima iniziò subito a suonare la sua lira: “sono il miglior musicista in circolazione, le Muse mi accoglieranno senz’altro tra loro”, pensò tra sé e sé. Suonò per quasi un’ora di fila, ma nulla: da parte delle Muse nessun segno di vita. In quel momento giunse anche Orfeo, che finalmente era riuscito a portare a termine la scalata. Dato che il suo rivale era già all’opera, decise di sedersi e di attendere che terminasse. In quel momento il cielo si squarciò: “ce l’ho fatta!”, disse Marsia, “questo è sicuramente un segno delle Muse!” aggiunse. Non era un segno delle Muse invece, dalle nubi discesero tre Arpie, esseri metà donna e metà uccello, che presero Marsia servendosi dei loro artigli e lo portarono via, lontano, verso luoghi ignoti. “Marsia!”, gridò Orfeo, “amico mio…”. Rimase stupefatto e molto spaventato da ciò a cui aveva appena assistito, ma sapeva che non poteva e non doveva assolutamente indugiare. Prese in mano la sua lira e iniziò a suonare. La sua musica produceva delle note molto dolci e cariche di amore, ma allo stesso tempo tristi. Molto tristi. Ad un tratto una luce bianca illuminò il palazzo, e il portone si aprì. Entrò in un’enorme stanza. Le Muse erano lì ad attenderlo, disposte in modo circolare, al loro centro stava Apollo: “In nome di Athena, mia sorella e tua Dea, ti conferisco l’investitura a cavaliere d’argento della costellazione della Lira. Onore a te cavaliere!”. Dopo aver ricevuto l’investitura Orfeo ed Apollo discesero insieme dal monte. Al loro arrivo trovarono ad accoglierli Euridice, che si gettò di corsa, con le lacrime agli occhi, tra le braccia di Orfeo: “Mio caro Orfeo, ce l’hai fatta! Ho pregato tanto che tu tornassi qui da me con l’armatura…”, disse la ragazza piangendo di gioia. “Dolce Euridice, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me”, rispose Orfeo stringendola a sé. I due si fissarono negli occhi. Un istante solo, ma un istante lungo e interminabile. I loro corpi si stringevano sempre di più, e le loro bocche si avvicinarono fino a baciarsi. “Euridice, ti ho sempre amata, fin dal primo istante in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi”. “Orfeo…il mio Orfeo…ti amo”.

Capitolo III – “Il ritorno di un amico”

Era ormai trascorso quasi un anno da quando Orfeo aveva ricevuto l’investitura di cavaliere. Viveva felice insieme alla sua amata al Grande Tempio ed erano ben visti da tutti, tanto che ogni volta che qualcuno li vedeva insieme si chiedeva quando sarebbero state celebrate le nozze. Orfeo era ormai un cavaliere molto stimato e rispettato, e suonava spesso la sua lira di fronte al grande sacerdote e ai Cavalieri d’Oro riuniti, e, di tanto in tanto, tornava insieme ad Euridice al Parnaso, per ringraziare il suo maestro Apollo e le Muse. Un giorno, l’anniversario della sua investitura a cavaliere, i due ragazzi decisero di andare al sacro monte per poter festeggiare insieme ad Apollo. Partirono entrambi molto felici, ignari di quello che sarebbe successo di lì a poco. Non appena arrivarono trovarono Apollo ad accoglierli: “Sono felice di rivedervi entrambi, ragazzi. Euridice, non c’è che dire, sei diventata una donna ormai. Considerati fortunato, Orfeo, ad avere accanto una così bella ragazza”. A queste parole i due ragazzi si guardarono sorridendo e arrossirono. “Orfeo”, disse Apollo, “le Muse ti attendono, ma purtroppo, come ben sai, Euridice non potrà venire con noi”. “Non si preoccupi”, intervenne la ragazza, “aspetterò qui il vostro ritorno, intanto farò una passeggiata per raccogliere qualche frutto nei boschi”. L’allievo e il suo maestro si avviarono e, quando sparirono dalla vista di Euridice, la ragazza si incamminò nel bosco. Camminava felice e senza pensieri per la testa, quando, ad un tratto, sentì una risata provenire in lontananza: era una risata serena, ma allo stesso tempo carica di oscurità. “Euridice! E’ da molto che non ci si vede”. Euridice si voltò e ai suoi occhi apparve Marsia: “Marsia, amico! Ti credavamo tutti morto! Sapevo che non poteva essere così ho sempre avuto fiducia nella tua forza; ma dimmi, cosa successe di preciso quel giorno?”. Marsia abbassò lo sguardo e, quando lo rialzò, Euridice vide al suo interno una luce nera, che emanava odio e rancore: “Come ben sai, mia cara Euridice, delle Arpie quel giorno discesero dal cielo per rapirmi; ma non mi uccisero, no. Mi portarono al cospetto del loro signore, il sommo Ares, dio della guerra, il quale mi concesse l’onoro di portare l’armatura che ora indosso”. Euridice lo osservò più attentamente e vide che indossava un’armatura argentata, ma con dei riflessi neri, molto simile a quella del suo amato Orfeo. “Sono un cavaliere al servizio di Ares oramai e, forte dell’armatura che indosso, sono giunto in questo luogo per avere la mia vendetta!”. La ragazza rimase sbigottita “Ares? Vendetta? Di cosa parli, Marsia, io non capisco davvero”. “Non mi stupisce il fatto che tu non conosca il mio Signore, è rimasto per secoli addormentato dal potere di Apollo…e il resto non ti è dato saperlo! La mia vendetta la avrò su di te e Orfeo, a insaputa persino di Ares…sarà molto felice quando saprà della sconfitta di un cavaliere di Athena!”. La ragazza continuava a non capire: “Vendetta su di me e Orfeo? Per quale motivo? Noi ti siamo sempre stati amici!”. “Il motivo della mia vendetta su Orfeo lo puoi ben immaginare: lui mi ha privato dell’armatura che mi spettava, mi spettava di diritto, capisci? Su di te…beh, su di te il motivo è più intimo e personale: Io ti ho sempre amata, Euridice, ma tu hai sempre preferito Orfeo…sempre!”. La ragazza non riusciva a credere a ciò che aveva udito:” Marsia, non Orfeo ti ha privato dell’armatura, ma Ares, colui che chiami ‘Signore’! Per quanto riguarda i tuoi sentimenti me ne dispiace sinceramente, ma, come saprai, non si può comandare al volere dell’Amore”. Lo sguardo di Marsia si fece rabbioso e scuro, sempre più scuro: “Taci! Sono giunto qui per darti la possibilità da scegliere tra ciò che ti propongo: puoi venire con me e diventare la mia sposa alla corte di Ares, oppure morire per mano mia”.

E il finale...beh se piace lo scrivo...:lol:
 
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view post Posted on 18/8/2007, 14:04     Top   Dislike
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Per ora ho letto solo il primo capitolo e mi ispira molto... più tardi leggerò il seguito.
 
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Cuzzo96
view post Posted on 18/8/2007, 18:58     Top   Dislike




adesso non ho tempo di leggerlo ma appena lo trovo ti proimetto che mi ci metto
 
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view post Posted on 19/8/2007, 01:11     Top   Dislike
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Molto bello..... vi invidio tantissimo, mi piacerebbe saper scrivere e invece sono una pippa :P

Aspetto con ansia il finale :P
 
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Cuzzo96
view post Posted on 19/8/2007, 21:04     Top   Dislike




bello posta il finale

SPOILER (click to view)
quando ci sei fai un salto sul mio



Elros, al lavoro :whip: :whip: :whip: :whip:

Edited by Cuzzo96 - 19/8/2007, 22:30
 
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Elròs Alcarin
view post Posted on 20/8/2007, 00:17     Top   Dislike




CITAZIONE (Cuzzo96 @ 19/8/2007, 22:04)
bello posta il finale

SPOILER (click to view)
quando ci sei fai un salto sul mio



Elros, al lavoro :whip: :whip: :whip: :whip:

Postare il finale? Ehm...è ancora da scrivere...l'ispirazione mi viene solo quando sono "innamorato" eheh :wub:
Scherzi a parte...datemi qualche giorno che scrivo e posto...
 
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5 replies since 18/8/2007, 13:47   146 views
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