Terre di Kaleela

La Leggenda Delle 13 Guerriere, Atto Primo: Wars And Alleance

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* I_Love_Poison *
view post Posted on 21/3/2009, 18:22     Top   Dislike




Ecco qua,sto scrivendo una storia Fantasy,è mista,molto incasinata per la verità.
Spero che vi piaccia



Il Ciclo della Guerra e dell’Immortalità

Presenta...

La Leggenda delle 13 Guerriere





Tempo fa,molto tempo fa,quando si vedevano draghi volare nel cielo liberi e il mondo era sereno,un mago oscuro evocò un potente Demone dall’Oblio.Il Demone il cui nome è Vogh riuscì a sfuggire al controllo del mago e prese il controllo sulla Porta dell’Oblio.Prima uccise il suo evocatore e poi cominciò a seminare morte nella terra di Bëlay.Fece schiave milioni di persone e prese sotto di sé Necros,un uomo del quale aveva assoluta fiducia e lo mise a governare su Bëlay.
Necros governava con ferocia assoluta i suoi sudditi e sottomise chi si ribellava.Le Tenebre erano le sue fedeli compagne e con esse il suo Potere era superiore a chiunque altro.Vogh dopo qualche anno si ritirò di nuovo nell’Oblio,lasciando il Potere nelle mani di Necros.
I draghi volarono via dalla terra di Bëlay e non tornarono mai più.
Adirato a causa di ciò,Necros strinse ancora di più la morsa intorno al suo Popolo,costringendo molti a cercare di rovesciare il Re.Ogni tentativo di ribellione fu represso nel sangue e l’esercito del Sovrano era sempre più forte.I tentativi si ridussero,fino a scomparire.Poi,nessuno cercava più di rovesciare Necros.O forse no?



Una donna era sdraiata sul letto,fissando il soffitto,con aria pensosa.Il suo piede destro dondolava,appena fuori dal giaciglio,descrivendo alcune volte un cerchio,e alcune volte semplicemente facendo avanti e indietro.I suoi capelli castano-ramati formavano una specie di aureola intorno al suo viso bellissimo.I suoi occhi fra il dorato e il verde mare cercavano una possibile soluzione ai suoi problemi,come se potesse essere scritta là,sulla parete.Chiuse gli occhi,cercando di far andare via il mal di testa che cercava di offuscare i suoi pensieri.Si alzò,prese un mantello e varcò la porta di casa,camminando con passo deciso verso la cascata.Il vento le faceva fluttuare i capelli nell’aria.Scosse il capo,cercando di ordinare l’intricato intreccio di pensieri che aveva in testa.
Quando vide che non ci riusciva si incamminò verso casa.Entrò,attaccando il mantello a una specie di appendiabiti fatto con legno di quercia.
Si preparò una tazza di tè e si mise a berla vicino al caminetto acceso.
Il calore della tazza le riscaldava le mani gelate -Lo sono sempre state,mia cara- le disse una voce nella sua mente.Sentiva la testa scoppiargli.Guardò fuori dalla finestra,possibile che il messaggio non fosse ancora arrivato?Erano mesi che lo aspettava.Sibilò,infastidita.
Lavò la sua tazza e fece per tornare alla poltrona,quando bussarono alla porta.Lei alzò la testa e scattò verso la porta.
Aprì la porta e la fece entrare.
La ragazza che era entrata si tolse il cappuccio e appoggiò il mantello coperto di neve vicino a quell’altro.
<<dalila,è bello rivederti...>>disse lei,sedendosi su una sedia.
<<anche per me è bello rivederla...Venomia...>>
Gli occhi di Venomia brillarono <<prego,siediti>>
Dalila si sedette e fissò Venomia,curiosa <<ti vedo bene...>>
<<nonostante tutto l’attesa è stata più lunga del previsto,Dalila>>.Venomia si alzò,prese da bere e glielo porse <<tieni,per rinfrescarti la gola,dal viaggio...>>
<<grazie>>.Dalila prese il bicchiere e se lo portò alle labbra.
<<ebbene?>>chiese Venomia,fissandola con insistenza.
<<la chiamano,mia Signora,la richiamano in battaglia...>>
Venomia spostò lo sguardo altrove <<sai bene che non posso,Dalila,non ce la faccio...>>
Gli occhi color ghiaccio di Dalila le si posarono addosso,risoluti <<lo sa bene che non è vero...>>
<<dalila,purtroppo io non posso,mi blocco,è difficile...>>
<<mi potreste almeno accompagnare?Che ci fate qui,tutta sola,in questa landa desolata?>> fece Dalila,speranzosa
<<lo sai bene che ho sempre amato la solitudine,ma non è detto che ti risponda di no,mia cara.Hai da dove stare,stanotte?>>
<<contavo di ripartire subito...>>
<<no,assolutamente no.Resta pure qui,la casa è grande,così avrò un po’ di tempo per pensare alla tua proposta...>>.
Dalila fece un largo sorriso <<bene,allora è deciso...>>.
<<la camera è di là...>>disse Venomia,indicando una porta in fondo al corridoio.
<<perfetto,grazie...>>.Dalila andò in camera sua,chiudendo la porta.
Venomia rimase per un po’ in piedi,davanti alla sedia dove era seduta fino a qualche attimo prima Dalila,poi si avvicinò a un armadio.Esitò,dopo aver allungato la mano al pomello dell’armadio.Con decisione,infine lo aprì.Da una polverosa custodia estrasse un fodero con due spade.La cintura era di cuoio,con incastonato un opale.Le due spade erano affusolate,eleganti,ma allo stesso tempo letali.La spada viola era filigranata in argento brunito,quasi nero.Sul pomello c’era un’ametista,grossa quanto un uovo di gallina.Sulla lama viola era pieno di disegni arcaici,di colore scuro,in contrasto con il colore irridescente della lama.Vi era raffigurato vicino all’elsa l’immagine di una rosa,irta di spine,con un drago che la teneva stretta nelle zampe artigliate.Con una mano Venomia sfiorò la lama liscia,fredda al contatto.Ripensò a quante volte l’aveva usata negli anni passati.La ripose nel fodero e guardò l’altra spada.L’altra spada era nera,lucida.Raffigurava un teschio,con la bocca spalancata in un urlo silenzioso,con intorno a sé un serpente dalle fauci spalancate.Come la spada di prima questa aveva sul pomello un’ossidiana.Dopo averci pensato un bel po’ su,si mise la cintura sui fianchi,chiuse gli occhi e gustò l’odore del ritorno...si,perché quello sarebbe stato un ritorno:


Il Ritorno di Venomia...

 
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Ellie EluS
view post Posted on 21/3/2009, 18:38     Top   Dislike




Penso che come inizio vada molto bene... attenta però a qualche ripetizione di troppo!
Beh... che dire... complimenti! Non vedo l'ora di leggere il seguito...
 
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* I_Love_Poison *
view post Posted on 21/3/2009, 18:44     Top   Dislike




Ok!Grazie mille!! :love:

Ecco qua il continuo!!


Le fronde dei rampicanti sfiorarono il corpo di Venomia.I suoi vestiti di pelle nera la ricoprivano perfettamente,come una tuta.Gli stivali alti al ginocchio affondarono nel pantano e Venomia lanciò un’imprecazione colorita <<e che diamine!>>disse dopo,guardandosi attorno circospetta.La Palude si stendeva intorno a lei,come una muraglia.Continuò ad avanzare,stringendo con forza la spada viola nel pugno.Riuscì a uscire da quella specie di pozza e si avvicinò a una fila di canne,che portavano verso l’uscita dalla Palude.Venomia era indecisa su cosa fare,non ne aveva la minima idea.Strinse le labbra pensosa,stringendo ancora di più l’elsa della spada,poi,con uno scatto fulmineo colpì la prima fila del canneto.Le canne rimasero immobili,poi all’improvviso caddero con uno schianto.Sul volto di Venomia si dipinse un’espressione soddisfatta.Cominciò ad avanzare,muovendo la spada dal basso all’alto,con un moto ripetitivo.Le canne le cadevano ai lati,senza sfiorarla nemmeno.Quando il canneto terminò,si ritrovò davanti ad uno strapiombo.Con un moto misto fra rabbia e sconsolazione rinfoderò la spada e si arrampicò su una liana appesa da un ramo a quello di un altro dall’altra parte del burrone.Cominciò ad avanzare,a testa all’ingiù fino all’altra parte.Una volta al sicuro si lasciò cadere a terra e atterrò in piedi.Spostò la lunga treccia e cominciò a correre.Correva,veloce e silenziosa fra gli alberi,diretta fuori dalla foresta.Il suo corpo si muoveva meccanicamente e la sua mente era altrove.Lo zaino che aveva in spalla non la disturbava affatto,nonostante ci fosse abbastanza peso.Vide in lontananza la luce del sole,non più oscurato dalle chiome folte degli alberi sempreverdi.Cominciava la primavera.Venomia alzò gli occhi al cielo e guardò il sole giovane,venuto per sciogliere la neve che ricopriva i pendii delle colline e le cime delle montagne.Aveva perso la cognizione del tempo da quando si era allontanata da tutto e tutti,per rinchiudersi nel suo dolore incontrollabile.Trasse un profondo respiro,tolse dallo zaino un mantello con cappuccio e lo indossò.Camminò per un po’,guardandosi attorno.Vide in lontananza un piccolo villaggio.Sempre camminando ma stavolta a grandi falcate raggiunse la piccola cittadina.Il villaggio era energico,vitale.Le donne correvano lungo le strade,comprando cibi e bevande per la tavola,guardando stoffe colorate e tessuti pregiati.Gli uomini guardavano armi e attrezzi per coltivare la terra o semplicemente facevano un giro in taverna con gli amici.I bambini correvano,giocando per le strade polverose.Quando Venomia varcò la porta nord tutta l’attività della città cessò.I bambini la guardavano con gli occhi sgranati,le donne la guardavano con astio e gli uomini la guardavano con occhi maliziosi.Venomia odiava quando un uomo non la guardava negli occhi ma guardava le sue forme.Con noncuranza continuò a camminare disinvolta,guardando negli occhi quelli sul suo passaggio e costringendoli ad abbassare lo sguardo.Puntò verso il centro della città,precisamente verso la taverna.Entrò e ancora una volta tutti ammutolirono.Si diresse verso il bancone e ordinò da bere.Guardandosi intorno vide una figura conosciuta,seduta in disparte.Prese il proprio calice e si avvicinò al tavolo.La ragazza seduta alzò lo sguardo e riconobbe Venomia.Sorrise,<<siediti>>disse Dalila.Venomia si sedette,portando il calice alle labbra vermiglie.
<<allora?>>chiese Dalila.
Venomia sbuffò,appoggiò il calice sul tavolo e replicò:<<è stato uno schifo,non sopporto passare per la Palude,lo sai benissimo>>.
Dalila rise <<almeno è stato veloce!>>.
Venomia la fulminò con lo sguardo:odiava essere contraddetta.<<sicuramente non avrei seguito la Principale,ma non potevano incontrarci altrove?>>
Dalila si fece seria <<assolutamente no.Se vogliamo andare a Okoma dobbiamo fare un po’ di sacrifici,non credete?>>.
<<ovviamente si,mia cara,ma non pensi che poteva essere più semplice?>> disse Venomia,<<no,non dire niente>>fece anticipando Dalila <<non ce n’è bisogno,grazie.So da sola che non potevamo incontrarci altrove,ma lo sai:amo le discussioni accese.>>terminò sorridendo.
Dalila si legò i capelli in due code e bevve dal proprio calice.Si stavano per alzare e pagare quando quattro uomini corpulenti si avvicinarono,<<belle dame!Che ci fate da sole in questa landa desolata?Bevete con noi e rilassatevi>>.
<<no,grazie>>disse Venomia,<<andiamo di fretta...>>.
<<andiamo!Non fare così,bella ragazza!>> Le prese il braccio,stringendola con forza.La reazione di Venomia fu fulminea e inaspettata:si volse e gli mollò un pugno sul naso.L’uomo barcollò,coprendo con entrambe le mani il naso rotto.Gli altri saltarono addosso alle ragazze per fargliela pagare:erano donne,non si potevano permettere quel comportamento.
Dalila bloccò la manata che le stava arrivando da uno,gli diede una testata e lo buttò su un tavolo.
Venomia si abbassò,mentre un pugno sibilava sopra di lei,agguantò il braccio torcendoglielo e lo gettò per terra.
Con uno svolazzo del mantello Dalila sfilò la spada dal fodero della cintura e lo puntò alla gola dell’ultimo,poi lo stese con una ginocchiata fra le cosce.
Le ragazze si guardarono e fissarono i presenti,con aria di silenziosa sfida.
Soddisfatta,Venomia si avviò verso la porta,lanciò una moneta d’argento all’oste e uscì,seguita da Dalila.
Dalila la condusse a due cavalli e le porse le redini di quello nero,mentre lei montava sul baio.Venomia vi si avvicinò e lo accarezzò sul muso,infine vi saltò in groppa.
Uscirono dal villaggio,galoppando veloci verso Okoma.
Per la notte si fermarono vicino ad un boschetto.
Dalila accese un fuoco e preparò da mangiare.Mangiarono in silenzio,con gli occhi puntati sui piatti.
<<dalila?>>
Dalila alzò la testa e fissò Venomia <<sì?>>
<<non sono sicura>>
<<non si preoccupi>>disse Dalila,con un caldo sorriso
Venomia si distese e praticamente subito si addormentò sotto le stelle.

***




Il Principe Seldor si svegliò presto quella mattina.La città di Okoma era bellissima.Si vestì velocemente e uscì dalla sua stanza.
Suo padre,Re Anlark,era seduto alla lunga tavola imbandita per la colazione.
<<buongiorno>>disse Seldor,entrando nella sala.
Suo padre alzò gli occhi dal piatto,<<buongiorno figlio>>.
<<la mamma?>>chiese Seldor,sedendosi.
<<è ancora a letto>>fece il padre.Fissò il figlio per un lungo istante,poi disse :<<bella giornata,non credi?>>.
<<bellissima>>fece Seldor.Spalmò su di una fetta di pane nero un po’ di marmellata d’arance e lo mangiò,con aria soddisfatta.Finì di fare colazione,si pulì la bocca con un tovagliolo e chiese:<<dove sono gli altri?>>.
<<sono già fuori,ti aspettano>>
<<bene>>
Seldor si alzò e con un cenno di saluto fece per uscire.In quello stesso istante entrò nella sala sua madre,la Regina Laurisia.Indossava un vestito color dei Non-ti-scordar-di-me;sulla testa portava una corona con incastonato uno zaffiro.I suoi capelli biondi erano lisci e lunghi:una cascata setosa che le arrivava oltre i fianchi.Il suo volto dai lineamenti delicati era sereno,con un sorriso che le increspava le labbra carnose.
Salutò il figlio e Seldor se ne andò,raggiungendo gli altri.
Laurisia si sedette alla sinistra del marito e gli sorrise.
<<dovrebbero arrivare oggi>>disse Re Anlark
Laurisia spalancò gli occhi,sorpresa <<è una buona notizia>>
<<già>> disse infine Anlark.
Laurisia annuì,poi mangiarono in silenzio,pensierosi.
 
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view post Posted on 21/3/2009, 20:16     Top   Dislike
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Per ora ho letto solo la prima parte e devo dire che mi piace moltissimo, complimenti^^
 
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* I_Love_Poison *
view post Posted on 21/3/2009, 21:16     Top   Dislike




Grazie mille^^
 
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4 replies since 21/3/2009, 18:22   67 views
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